Giulio Delvè & Federico Del Vecchio
PUGNA EST VITA
24 Marzo — 30 Aprile 2013
Pugna est vita è il primo progetto di collaborazione dei fratelli Giulio Delvè e Federico Del Vecchio, presentato al Museo Apparente di Napoli. La conversazione tra i due artisti, inserita all’interno del primo numero di “Rivista Apparente” e pubblicato in occasione di questa mostra, può essere considerata lo statement del loro progetto, nonostante possa sembrare un testo surreale, un’associazione libera di idee, visioni, memorie, posizioni e concetti attraverso cui i due fratelli, cercando un punto d’indagine comune, considerano il loro luogo d’origine, la casa dei propri genitori, come un vero e proprio deposito mnestico, una sorta di laboratorio creativo del quotidiano. L’ambiente domestico rappresenta in questo senso per entrambi non soltanto un deposito di tracce, ma un sistema dinamico di organizzazione di idee, concetti e oggetti dello spazio e nello spazio, lo starting point della loro ricerca. La personale mitologia di entrambi gli artisti è radicata negli oggetti che li circondano. Il significato, il ruolo e la posizione di questi stessi oggetti si spinge oltre la loro mera funzione ed entra a far parte di un altro ordine di idee apparentemente incongruo, riposizionandosi per creare nuovi contesti e nuove associazioni. L’interesse verso una supposta oggettività e l'idea del visibile-invisibile porta i due fratelli ad esplorare e a mettere in discussione il quotidiano, mostrando sempre un'ambiguità di fondo: il luogo in cui si diventa alienati e allo stesso tempo dove possono realizzare la loro creatività. Non a caso Lefebvre sostiene che il quotidiano è il luogo dove la ripetizione e la creatività si confrontano: umile e sordido è allo stesso tempo il luogo in cui l'uomo si realizza o fallisce. Delvè recupera alcuni libri appartenuti al nonno, restaurati dalla madre e in seguito venduti. La sfera domestica diventa il set per un video, che parte da una visione animistica del mondo, squaderna una rete di forme sensibili tra loro collegate, entità che esistono e funzionano non sotto l’impulso del nostro sguardo ma che si muovono ed evolvono all’unisono con noi. L’artista ricrea una diversa percezione di quel contesto vissuto, come quando si registra il suono della propria voce e lo si riascolta. Ed ecco che i libri iniziano ad attraversare gli ambienti domestici in un’atmosfera quasi onirica. Del Vecchio invece indaga il modo in cui l'organizzazione e la creazione di nuovi modi di presentare gli oggetti appartenenti al nostro quotidiano e come questo suo intervento possa portare ad un diverso e nuovo significato estetico, riflettendo e ampliando il modo in cui avviene il processo di ordine, categorizzazione e giustapposizione dei fenomeni. L’artista manifesta un interesse specifico verso superfici riflettenti giustapposte a questi oggetti, attraverso le quali l'opera è animata; superfici in continuo movimento, impossibili da fissare e stabilizzare. Entrambi gli artisti esplorano quel momento in cui l'intervento formale consente una nuova percezione dell'oggetto, invertono i ruoli dall’ordinario allo straordinario, stimolano nell'osservatore nuove percezioni, possibilità e ordini.
Federico Del Vecchio 1977 Naples, Italy
Lives and works in Naples, Frankfurt and Glasgow
Giulio Delvè 1984, Naples Italy
Lives and works in Naples