Merve Ceylan, Ole Goldt
WALLFLOWER, A SETTEMBRE
26 Settembre – 10 Novembre 2025
Un’antologia. ‘Scelta di fiori’ notturni e del loro risveglio
L’atto raziocinante dello scegliere ‘cose belle’ era, nella Grecia antica, legato al verbo légo ‘scelgo’ e ánthos ‘fiore’. Il concetto selettivo ‘dell’antologia’ è strettamente connesso alla volontà, diversamente dai sogni, che sono, nel pensiero freudiano, ‘realizzazioni camuffate di desideri inconsci, istintuali di una persona’. Tuttavia, a coniugare due correnti di pensiero antitetiche, è l’indagine sulla creatività di Andreasen: ‘Quando sono, per così dire, completamente in me stesso (..), le mie idee fluiscono meglio e più riccamente. Tutto questo accende la mia anima e, a condizione di non essere disturbato, il mio soggetto si allarga, prende forma e si definisce [..] Tutto questo inventare, questo produrre, avviene come in un vivido piacevole sogno’. Quella soglia notturna in cui si viene a contatto con il paese delle meraviglie è dimora dell’autentico sé, un momento privato in cui l’outsider del mondo esterno si fa insider del proprio mondo interiore: un ‘autista’ della inflatable ball di Theo Botschuyver, immerso nel flusso delle acque ma asciutto ai contorsionismi dell’intorno. L’esperienza soggettiva disinibita nel momento onirico è custode di una aletheia (verità), letteralmente della ‘sottrazione del velo’, che alla luce del primo sole si ripone tingendo d’atmosferica distanza ciò che è stato, diventando ciò che rimane. Ore 23.00 ‘Dico a me stesso parole senza senso, vedo luoghi ignoti, mi faccio scivolare lungo la china dei sogni’ affermava Borges nell’atto ancora cosciente di perdita di coscienza. Ore 00.00 Dopo quattro fasi macroscopiche in cui è diviso il sonno, l’ultimo momento è definito R.E.M., derivante dalla locuzione inglese rapid eye movement, ossia movimento oculare rapido, scoperto nel 1953 dagli studiosi Eugene Aserinsky e Nathaniel Kleitman. Analogo movimento è stato rilevato nell'osservazione di un’opera d’arte, per cui gli occhi si agitano in movimenti di scansione, chiamati saccadi, e il loro scopo è di esplorare l’ambiente visivo a tutto tondo. La fase R.E.M., come all’attenzione di un’opera, elabora e codifica i sogni vividi e narrativi, rendendo il sognatore partecipe attivo mentalmente, consumando ossigeno e glucosio come in stato di veglia, ma sperimentando atonia muscolare per impedire di azionare i sogni. In questa fase “il sogno si fa vita, la vita sogno”, scriveva Arthur Schnitzler riferendosi alla sua fantasia del 1897. Ole Goldt è un sognatore, un regista dello spirito, che con ‘anarchica bizzarria immaginifica’ orchestra scene surreali, ipotesi misteriose, visioni della sua realtà. Come il regista Akira Kurosawa percorre la sua esistenza in ‘Sogni’, così Goldt si addentra nelle strutture (s)composte del suo immaginario. Ore 7.00 E’ tempo del sogno manifesto, ossia quella parte del sogno che viene ricordata al risveglio. Gli elementi grezzi che appaiono alla mente del risveglio dipingono la scena friabile: le porzioni che compongono il ricordo sono definite da Charles Brenner contenuto onirico manifesto, il risultato finale dell’attività psichica inconscia che affiora in maniera discontinua e prima emotiva, poi sensoriale. L’immagine non è frutto dell’elaborazione mentale del sogno, ma rimane viva l’emozione che ribolle anche a occhi aperti e induce l’attivazione del ricordo sfumato di un frame del sogno. Il ricordo, come contenuto cosciente di un singolo momento, si fossilizza nella mente dai 16 ai 30 secondi, diversamente dalla persistenza della memoria emotiva. Ne ‘La Bottega Oscura’, Perec scrive dei suoi sogni “impacchettati con troppa cura, troppo levigati, troppo puliti, troppo chiari”, narrando la facile trappola dorata della riscrittura artistica che imbelletta le fragilità della mente. Fedele alla percezione della realtà come ‘un sogno capovolto’ -così definisce Gadda la lucida veglia accarezzata dal mondo onirico- Merve Ceylan si fa archeologa del ricordo, spolvera con cura, senza restaurarle, le scarde del passato e offre un risveglio al profumo di fiori, che attraversano la vita, ma mai sembrano appassire. Come Federico Fellini intento a disegnare il suo acchiappasogni quotidiano per non disperdere il suo ‘lavoro notturno’, possiamo immaginare Ceylan dipingere nel giardino della villa Cargnacco di Gabriele d’Annunzio, al cui ingresso capeggiava la scritta ‘somnii explanatio’.
“Ecaddi giù e sognai”. Schema in prestito da ‘I ragazzi sognanti’ di Oskar Kokoschka
“E caddi giù e sognai” [fase R.E.M.]
La nostra testa
è un forziere,
incastrata tra le trame
di una coperta
che ci tiene al riparo.
Entra l’autunno
E con occhi di seta
ascolto un canto sottile [fase del risveglio]
Gli uccelli imboccano
grana argillosa
e costruiscono tane
che domani lasceranno
ad altre ali
Elizabeth Germana Arthur
























